IL PIEDE DIABETICO
DEFINIZIONE E DIMENSIONI DEL PROBLEMA
Il piede diabetico è definito come un insieme di condizioni che compromettono la struttura e/o la funzionalità del piede stesso.
Colpisce circa il 15% dei soggetti diabetici, cifra non trascurabile se consideriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede un importante incremento nel numero di soggetti diabetici nei prossimi anni, fino ad arrivare a circa 380 milioni di pazienti nel 2025.
Circa l’80% delle amputazioni non traumatiche degli arti inferiori sono oggi effettuate su soggetti diabetici, e la presenza di una ulcera del piede ne è il fattore premonitore più importante.
Da qui emerge la stretta necessità di riconoscere precocemente il problema e di impostare tempestivamente un corretto trattamento.
FATTORI DI RISCHIO
Tra le complicanze del diabete, la neuropatia e la vasculopatia degli arti inferiori sono quelle che si associano ad un aumentato rischio di sviluppare un piede diabetico. Più in dettaglio:
La neuropatia sensitiva colpisce gli organi di senso del piede e le fibre nervose che inviano le sensazioni al cervello, diminuendo la soglia di dolore fino ad arrivare, nei casi più gravi, ad una completa insensibilità; la ridotta (o assente) percezione di dolore non consente di evidenziare iniziali lesioni a carico dei piedi né di correggere il traumatismo che ne è responsabile (la causa più frequente di ulcerazione è infatti costituita dall’utilizzo prolungato di calzature non idonee e dalla presenza di corpi estranei all’interno delle scarpe “non avvertiti” dai pazienti, e pertanto non rimossi).
La neuropatia motoria colpisce le fibre nervose che innervano i muscoli del piede, che di conseguenza funzionano in maniera non “armonica” determinando caratteristiche deformità delle dita (“ad artiglio”) e del plantare (prominenza delle teste metatarsali, “piede piatto”, “piede cavo”) che possono a loro volta alterare l’appoggio del piede a terra ed una corretta deambulazione, con formazione di aree di ipercarico (“callosità”) che, se non trattate tempestivamente, portano ad ulcerazione.
La vasculopatia può rallentare la guarigione delle ulcere perché determina un minore afflusso di sangue (veicolo di ossigeno e di sostanze “nutrienti” per il piede, oltre che di eventuali antibiotici) ai piedi; nei casi “critici” può portare alla comparsa di un dolore caratteristico e molto intenso agli arti inferiori che compromette la deambulazione (anche per tratti di pochi metri) ed il riposo notturno e che espone il paziente ad un alto rischio di amputazione d’arto. Spesso la contemporanea presenza di neuropatia sensitiva è causa della mancata o ritardata percezione di questo dolore da parte del paziente; questo può causare un ritardo nella diagnosi di vasculopatia, che può venire formulata già in fasi molto avanzate e difficilmente recuperabili (necrosi o gangrena del piede). Il fumo di sigaretta non fa altro che aggravare e velocizzare quanto sopra esposto.
A tutto questo va aggiunto il rischio di infezione, evento tutt’altro che raro nei soggetti diabetici (maggiormente “suscettibili”) che compromette ulteriormente la possibilità e la facilità di guarigione delle ulcere e che, nei casi gravi (setticemie) mette a repentaglio sia l’arto che la vita del paziente.
I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE
I seguenti sintomi e segni clinici non sono esclusivamente associati al piede diabetico, ma potrebbero essere dovuti anche ad altre condizioni patologiche meno gravi; ad ogni modo la loro presenza in associazione con la malattia diabetica deve essere tenuta in considerazione, e deve spingere il paziente ad una valutazione medica:
- Callosità plantari o a livello delle dita
- Piedi freddi
- Cute arrossata, bluastra o molto pallida
- Vesciche
- Dolori a riposo e durante la deambulazione
- Difficoltà alla deambulazione, con necessità di frequenti soste per insorgenza di crampi
- Febbre associata a gonfiore ed arrossamento del piede
LA DIAGNOSI E LA CURA DEL PIEDE DIABETICO
Diagnosticare e curare un piede diabetico non è semplice, ed oltre alla competenza del proprio medico di medicina generale è richiesta la presenza di una equipe multidisciplinare di professionisti dedicata al paziente e coordinata sulle diverse fasi della patologia, l’utilizzo di materiali e tecnologie all’avanguardia, la disponibilità di appositi spazi sia nei reparti di degenza che in sala operatoria e/o angiografica, un ingente investimento di risorse economiche.
Per una corretta diagnosi ci si può avvalere di esami del sangue (indici di infiammazione, valutazione del compenso glicemico), esami microbiologici (tamponi colturali delle ulcere per identificare i germi responsabili delle infezioni), esami radiologici (radiografia, TAC, risonanza magnetica, per rilevare problemi ossei o dei tessuti profondi), ecocolordoppler arterioso (per valutare lo stato della circolazione degli arti inferiori) o altri esami più approfonditi e specialistici che sono eseguiti in Centri specializzati.
Il trattamento spazia dalle medicazioni all’utilizzo di una adeguata terapia antibiotica (orale o iniettiva); può essere necessario utilizzare apposite calzature da medicazione o gambaletti gessati per lo scarico delle iper pressioni plantari, fondamentale è il mantenimento di un adeguato controllo della glicemia (se necessario ricorrendo a terapia insulinica intensiva); nei casi gravi si ricorre al trattamento chirurgico (toilette o amputazioni più o meno estese a seconda della gravità e dei rischi della situazione) ed alla rivascolarizzazione endovascolare o chirurgica.
LA PREVENZIONE
Se la diagnosi e la terapia del piede diabetico vanno necessariamente impostate da personale medico, la prevenzione delle lesioni ulcerative deve essere attuata quotidianamente dal paziente stesso.
Per ridurre il rischio di sviluppare un piede diabetico occorre:
- Ispezionare quotidianamente i piedi utilizzando anche specchi (o l’aiuto di un familiare) per la valutazione dei plantari
- Lavare i piedi quotidianamente con acqua tiepida e sapone, asciugandoli poi accuratamente anche tra le dita
- Idratare il piede con creme specifiche
- Utilizzare calzature adeguate
- Evitare il fumo di sigaretta ed una alimentazione non consona alla malattia diabetica
- Se ci si rende conto di avere una callosità, un “occhio di pernice” o una patologia ungueale (“unghia incarnita”, micosi) è necessaria una valutazione presso un podologo specializzato nel trattamento dei soggetti diabetici. NON utilizzare callifughi, strumenti taglienti o rimedi “fai da te”
- Se ci si rende conto di avere una lesione di nuova insorgenza o un segnale di “allarme” (vedi paragrafo I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE”) è necessaria una valutazione medicaI pazienti che hanno subito amputazioni di parti del piede necessitano di particolari calzature e plantari su misura che riducano il rischio di recidiva delle ulcere; tali calzature vanno confezionate da personale altamente specializzato ed esperto nella prevenzione secondaria del piede diabetico
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Salve, dato che che dovrei scrivere un saggio riguardante anche il convegno che si è tenuto da Voi a Pistoia nel 2015, potrei sapere su quali libri e testi vi siete basati? Così, al caso, da poterli citare. Vi ringrazio in anticipo, cordiali saluti